VERTIGINE & CERVICALE

Ci si alza al mattino dopo una notte riposata e all’improvviso il mondo precipita addosso, l’armadio gira vorticosamente, i numeri della radio-sveglia scorrono velocemente come quando ci si affaccia dal finestrino del treno, il letto sprofonda, il lampadario traballa che neanche il terremoto…..

Si sta tranquilli a lavorare al PC, un collega chiama, ci si gira, neanche tanto di scatto a rispondergli e, come in un brutto sogno, il pavimento diventa il soffitto, la sedia sembra non esserci più, il collega si gonfia e si sgonfia, si deforma come negli specchi del Luna Park, e non stai mai fermo, oscilla…..

Si esce di casa, dove ci si sente tranquilli e protetti, ma appena in strada non si è più sicuri, sembra di camminare sulle uova, si cammina a zig-zag, ci si appoggia al muro, si sbanda che neanche un grappino a colazione..…

Ecco alcuni esempi di “vita vissuta”. In tutti i casi la vicina di casa, il parente, la rubrica della salute della rivista letta dal parrucchiere, ma persino il medico di famiglia quando non il neurologo o altro specialista hanno subito trovato “il colpevole”: LA CERVICALE

“Sa dottore, sto male perché ho la cervicale”. Per sdrammatizzare di solito rispondo “Per fortuna che ha la cervicale altrimenti dove sarebbe la sua testa? Incassata tra le spalle come Quasimodo il Gobbo di Notre Dame!”

Penso sia il momento di mettere un poco di ordine. L’invecchiamento, per meglio dire l’usura, delle articolazioni delle vertebre cervicali è osservabile con una radiografia già poco dopo i 20 anni, pertanto chiunque abbia superato la maggiore età ha buone probabilità di vedersi refertare la radiografia cervicale come “uncoartrosi” “spondilartrosi” “rettilinizzazione del rachide cervicale” e quindi possiamo tranquillamente concludere che tutti noi “maggiorenni” abbiamo LA CERVICALE!

D’altra parte questa “usura” precoce e comune deriva dal fatto che la colonna cervicale svolge un ruolo davvero unico per l’essere umano. Il rachide cervicale è una struttura “relativamente” leggera che deve sorreggere una testa “relativamente” pesante, una testa che madre natura ha voluto poter essere in continuo movimento per esplorare l’ambiente circostante, per comunicare con i nostri simili (o anche non simili, cani e gatti). Il “mistero” dell’usura precoce e comune è tutto qui: la colonna cervicale deve essere in grado sia di mantenere bene ferma e stabile la testa quando serve, ad esempio quando si cammina si corre si salta, sia di lasciarla libera di muoversi ampiamente e in tutte le direzioni quando lo si desidera senza per questo perdere l’equilibrio.

Camminare lungo le vie del centro, chiacchierare, magari anche gesticolando, con il nostro accompagnatore e contemporaneamente curiosare le vetrine dei negozi è un esempio “banale” della complessità delle azioni cui è sottoposta la colonna cervicale.

L’usura precoce è però più radiologica che funzionale perché, di fatto, la cervicale continua a svolgere il suo onorato servizio sino quasi alla fine dei nostri giorni salvo qualche sporadico torcicollo o qualche attacco di dolore acuto soprattutto in conseguenza di incidenti come il colpo di frusta o cattive abitudini come addormentarsi con la testa sul bracciolo del divano o mantenere a lungo una posizione costante al PC o lavorando a maglia.

E allora le vertigini che abbiamo descritto?

L’equivalenza tra vertigini e CERVICALE deriva da un equivoco che risale agli anni ’20 del secolo scorso: a Parigi, agli albori della radiologia, il dottorando italiano, Neri, sotto la guida del prof Liéou, presentò al direttore neurologo prof. Barré una tesi in cui “dimostrava” che la maggior parte dei suoi pazienti vertiginosi presentavano segni radiologici di artrosi cervicale. Così nacque la nota Sindrome di Neri-Barré-Liéou o più semplicemente Sindrome di Barré, vertigine provocata dalla CERVICALE. Già negli anni ’50 lo stesso prof. Barré si corresse sostenendo che trattasi più di una concomitanza che di una relazione causa-effetto ma ormai per tutti le vertigini o sono “labirintiti” o sono “cervicale da sindrome di Barré”. Tertium non datur!

La percezione di vertigine o disequilibrio o capogiro o instabilità o insicurezza nel cammino o intolleranza al movimento, la coscienza cioè che il nostro rapporto spazio-temporale con il mondo circostante è alterato dipende dai sensori di equilibrio posti nell’orecchio interno, nella profondità della scatola cranica, e da alcune strutture neurologiche (nuclei vestibolari e cervelletto) ad essi connessi. Possiamo cioè dire che il “sintomo vertigine” non può avere altra origine che l’orecchio interno o i nuclei vestibolari o il cervelletto. Le cause di questo sintomo invece possono essere molteplici, purchè in qualche modo alterino il funzionamento dell’orecchio interno, dei nuclei vestibolari o del cervelletto. In questo senso anche la cervicale può svolgere un ruolo.

Non sono però le vertebre, più o meno artrosiche e rettilinizzate! Il collo contiene le arterie vertebrali, site posteriormente, che portano sangue arterioso all’orecchio interno e al cervelletto. Quanti Doppler dei Tronchi SovraAortici (TSA) inutili vengono eseguiti! I Doppler servono infatti a studiare le altre arterie del collo le carotidi che però irrorano parti di cervello che nulla hanno a che vedere con le vertigini. Il collo contiene anche i plessi venosi vertebrali e le vene giugulari che “scaricano” il sangue dall’orecchio interno e dal cervelletto. Quanti massaggi cervicali inutili vengono fatti che invece di “ammorbidire” il collo irritano i plessi venosi o i nervi “simpatici” ad essi collegati favorendo le vertigini piuttosto che curarle. I citati nervi “simpatici” sono filamenti nervosi che seguono le arterie e le vene vertebrali e regolano finemente l’irrorazione e l’attività di orecchio interno e cervelletto. Una bella trazione cervicale prolungata o una manipolazione eseguita correttamente ma “a sproposito” è il modo migliore per irritarli e scatenare vertigini. La colonna cervicale inoltre contiene sensori “vertebrali” di movimento del collo stesso e di posizione delle vertebre, posizione reciproca e posizione relativa alla testa: mantenere una posizione prolungata del capo, ad esempio al PC o dal parrucchiere con il capo esteso appoggiato alla bacinella per lavare i capelli, è il modo migliore per irritarli e scatenare capogiro instabilità disequilibrio. Infine i muscoli del collo sono ricchi di sensori di tensione dei muscoli stessi, muscoli disposti ben in tre strati e con compiti differenti: fine regolazione della posizione reciproca delle vertebre, movimenti fini e di piccola ampiezza del collo, movimenti veloci e ampi del collo e della testa. Quanti massaggi e quante TENS inutili vengono eseguiti per togliere “la tensione” dei muscoli più superficiali senza capire che se questi sono “tesi e induriti” è perché cercano di compensare gli altri muscoli più profondi che lavorano male oppure son stati danneggiati da un colpo di fusta o comunque non stanno svolgendo correttamente il loro compito!

E’ proprio la complessità delle strutture contenute nel collo e la raffinatezza dei compiti della cervicale che rende la CERVICALE il complice ideale di ogni sindrome vertiginosa. Raramente però è il colpevole!

Come si fa a distinguere tra vertigine causata dalla cervicale e coinvolgimento secondario della cervicale? Come si fa a capire quando e cosa fare al collo in un paziente vertiginoso?

Bisogna visitare il malato con le metodiche proprie della Medicina Manuale per identificare le disfunzioni cervicali, in particolare, e di tutto il rachide, in generale, e con le metodiche specifiche per individuare le alterazioni dell’orecchio interno e delle strutture neurologiche ad esso collegate (cosiddette prove vestibolari). La corretta diagnosi può derivare solo dalla combinazione/integrazione/confronto di queste due semeiotiche, Manuale e Vestibolare, senza dimenticarsi la Medicina nella sua accezione più ampia.

Poiché la terapia efficace è quella che affronta le cause e quella efficiente è quella che affronta anche le concause e le ricadute secondarie, solo l’integrazione tra le terapie proprie delle Medicina Manuale (non si dimentichi mai il termine Medicina!!!) con le terapie vestibolari, sintomatiche eziologiche e patogenetiche, può consentire una cura delle Vertigini Efficace (cioè risolutiva) ed Efficiente (cioè a basso costo, biologico ed economico)

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