La Medicina Manuale è una disciplina che si occupa del dolore muscolo-scheletrico di natura benigna, soprattutto di origine vertebrale, affrontandolo con una visione non solo “meccanica”, visto che tutti i viventi sono sensibili a questa stimolazione (Patapoutian) ma neurofisiologica moderna, che tiene conto dei meccanismi di regolazione propriocettiva che stanno alla base delle complesse funzioni della colonna vertebrale in gran parte involontarie ed automatiche. Le sue tecniche possono essere impiegate anche in una ampia varietà di dolori di origine riflessa dal rachide, in tutto il corpo. Considerata l‘altissima prevalenza di queste patologie, la Medicina Manuale è quindi una parte fondamentale della Fisiatria. Per le sue tecniche principali, le manipolazioni vertebrali e le infiltrazioni, e ora anche le tecniche mini-invasive, si può definire una “chirurgia incruenta”.

CENNI STORICI

La storia delle manipolazioni vertebrali si può dividere in quattro grandi capitoli.

1) Nell’antichità le prime tracce si trovano nella medicina cinese (Manuale del Kong – Fu 2000 a. C.) in Egitto (1500 a. C.) e poi in Ippocrate e Galeno. Tissot allievo di J.J. Rousseau nel 1781 pubblica il libro “Ginnastica medica e chirurgica” ove riprende le manovre di Ippocrate. H. Ling, l’inventore della “Ginnastica Svedese”, maestro d’armi, ha per primo codificato alcune tecniche manipolative, che pare abbia desunto dal libro di Tissot e dalla traduzione del Kong Fu fatta alla fine del 700 da padre Amiot. I suoi allievi hanno poi diffuso le tecniche kinesiterapiche in Europa, in Australia e negli Stati Uniti.

2) Il vero iniziatore della moderna terapia manipolativa è un medico di Kirksville (USA), A.T. Still (1830-1917) che inventa e sperimenta un gran numero di tecniche manipolative della colonna. Still, a suo dire nel 1865, si convince che la medicina del suo tempo non sia in grado di far fronte alla maggior parte delle malattie e sulla base dei successi da lui ottenuti con le sue manipolazioni, elabora una dottrina medico-filosofica, che individua in una “lesione osteopatica” della colonna la causa di una perdita delle difese o di immunità naturali da parte degli organi che vengono cosi’ attaccati dalla malattia. A questa dottrina dà il nome di OSTEOPATIA. La diagnosi consiste nella ricerca della “lesione osteopatica” a mezzo di una fine palpazione, con cui viene ricercata la anormale posizione della vertebra nello spazio e la sua perdita della normale mobilità. A partire dal 1892, Still fonda diverse scuole mediche, ove, oltre ad insegnare la medicina tradizionale, viene insegnata l’Osteopatia. Queste scuole, con il tramontare delle idee di Still, divengono normali Università mediche, in cui l’apprendimento dell’Osteopatia e’ facoltativo e sempre meno seguito. Dal 1963 i “Colleges of Osteopathic Medicine” sono parificati negli U.S.A. alle altre Università di Medicina come vedremo in seguito. La CHIROPRATICA sorge in U.S.A. attorno al 1895 ad opera di un commerciante di Daveport, D. Palmer, che riprende il concetto osteopatico di lesione vertebrale (denominandolo sublussazione) che attraverso i nervi spinali, il simpatico, o le arterie spinali, provocherebbe disturbi in tutti gli organi. La diagnosi viene fatta sia palpatoriamente che attraverso particolari radiografie (full spine) in cui si vedrebbero le malposizioni vertebrali dovute alle sublussazioni o blocchi; le manovre sono in genere “dirette” sulle vertebre. La chiropratica praticata in genere da non medici, ha anch’essa le sue scuole, sia negli U.S.A., sia in molti altri Paesi, scuole che hanno in genere scarsi riconoscimenti ufficiali.
3) L’Osteopatia arriva in Europa attorno agli anni ’20 per opera di Lavezzari in Francia e, in seguito, di J. B. Mennel in Inghilterra. Quest’ultimo, professore di Medicina Fisica a Londra, ha il merito di introdurre le manipolazioni nella Medicina Fisica ospedaliera.
La diagnosi e la terapia sono tipicamente osteopatiche, le radiografie servono solo a ricercare contro-indicazioni, ma le indicazioni sono ristrette ai disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico. J. Ciriax, suo successore, continua la sua opera, introducendo sue teorie sull’origine dei disturbi vertebrali e cioè che questi sarebbero dovuti soprattutto a spostamenti del disco o di menischi articolari. I suoi concetti sono alla base delle teorie di Mc Kenzie.
Le manipolazioni sono stereotipe, spesso associate a trazioni esercitate da uno o due assistenti. Ciriax sviluppa anche un sistema terapeutico per le lesioni degli arti basato su manipolazioni, infiltrazioni, deep massage (Medicina Ortopedica).
Contemporaneamente in Inghilterra nasce una scuola che effettua le manipolazioni in anestesia generale (Manipolative Surgeons) che sono attualmente in disuso.
Nel 1967 nasce a Londra la FIMM, Federazione Internazionale di Medicina Manuale, che riunisce tutte le associazioni nazionali.

4) Ai lavori di Maigne (1960) si può far risalire il momento di passaggio della Medicina Manuale dall’empirismo alla scienza. Infatti Maigne ha alcuni meriti fondamentali:

  • messa a punto di una semeiotica vertebrale chiara e ripetibile per tutti, basata sulla ricerca del dolore (e non su quella di una ipotetica posizione di una vertebra, mai dimostrata) e descrizione di una nuova entità patologica, il Dérangement Douloureux Intervertebrale Mineur, (DDIM) o Painful Minor Intervertebral Dysfunction.
  • Ricerca con un metodo semplice ed efficace dei fenomeni metamerici di dolore riferito di origine vertebrale, e descrizione della Sindrome Cellulo-Periosteo-Mialgica (S.C.P.M.) o Sindrome vertebrale neurotrofica.
  • Descrizione delle manovre manipolative non in ordine alla supposta lesione che dovrebbero correggere, ma su base cinesiologica obbiettiva.
  • Elaborazione di una regola precisa (Regola del NON DOLORE) per eseguire le
    manipolazioni sulla base della semeiotica anzidetta
  • Descrizione, sempre su questa base, di numerosi quadri nosologici nuovi e di nuove interpretazioni patogenetiche in tema di dolore vertebrale.
  • Rigorosa osservazione clinica; ricerca anatomo-patologica.
  • Ampia produzione scientifica e ricerca bibliografica accurata, per documentare i fenomeni osservati.

Inoltre Maigne inizia a Parigi il primo insegnamento Universitario Statale della Medicina Manuale con regolare diploma a seguito di esami, insegnamento che si diffonde in numerose università. Egli ritiene che alla base di molta patologia vertebrale vi sia un “Disturbo Intervertebrale Minore” (D.I.M. ) cioè una disfunzione dolorosa, benigna, di natura meccanica e riflessa, generalmente reversibile, del segmento mobile vertebrale, cioè dell’articolazione tra due vertebre, che comprende disco, articolazioni interapofisarie, e tutti gli altri elementi legamentosi, muscolari e nervosi. Questo concetto anticipa di almeno 40 anni quello di “Disfunzione dolorosa spinale” definizione che spiega in modo chiaro la patogenesi di questi disturbi.